Si è aperta sabato 8 settembre la mostra i colori del Paesaggio degli artisti Aletto Sara, Bet Giovanni, Bortolussi Andrea, Bovi Roberto, Caruso Francesco, Cosseddu Francesco, De Marco Francesco, Delsoldato Romano, Di Cola Alessandro, Di Giacomo Carlo, Doria Paola, Inihcorr, Martino Giulia, Massarenti Gianfranco, Mirri Fiorenzo, Ninotti Nino, Padovan Franco, Parentela Fausto,

Piccinini Gilberto, Raimondi Luca, Rota Pamela, Salvatore Riccardo, Stella Marco, Svagelj Sara, Verre Carmine presso la galleria Web Art di Treviso.invito

La mostra ha lo scopo di proporre una galleria del territorio, tra natura, arte e cultura, lasciando libera interpretazione agli artisti presenti. In tutta la storia dell’arte il paesaggio è stato una componente essenziale dell’esistenza di tantissimi artisti e ha portato in loro una forte attrazione.

Da semplice rappresentazione della realtà nel novecento, si è trasformato in paesaggio dell’anima. Oggi come si è evoluto il paesaggio? Con questa esposizione ne possiamo verificare il cambiamento o la tradizione?

La pittura di paesaggio risponde a uno sviluppo storico della percezione sensoriale e della sensibilità, si inserisce in una storia della ricezione. Il paesaggio, in quanto soggetto artistico, non turba in alcun modo i nostri processi mentali, anzi favorisce la inflessione, anche quando i nostri pensieri sembrano opporre una certa “resistenza” ai suoi stimoli superficiali. Questo genere pittorico ha a che fare, in modo affascinante, con le immagini del mondo, che dal canto loro conferiscono espressività alle peculiarità culturali.

 

Non esiste albero, roccia, edificio, corrente d’acqua, cielo, sasso né filo d’erba che non esiga studi specifici. L’artista paesaggista per creare un’opera d’arte deve trascendere la propria conoscenza delle forme e dei fenomeni attraverso l’assoluta padronanza che gli permette di comprendere, e poi di rendere a livello pittorico, le emozioni che essa racchiude e i sentimenti che suggerisce.

In un paesaggio, le forme del reale sarebbero ben poco “artistiche” se la natura non le imbevesse del suo carattere e dei suoi fenomeni generatori di impressioni visive e soprattutto di stati d’animo. Fondamentale è in queste opere rivendicare la qualità dell’osservazione e quelle dell’immaginazione, conciliando lo sguardo realistico con l’intuizione soggettiva e difendendo perciò la necessità della narrazione e dei soggetti importanti, introducendo la nozione di “credibilità” destinata ad inquadrare fortemente le potenziali derivate dall’invenzione creativa.

Per Nicolas Poussin “l’arte non è cosa diversa dalla natura”. Il suo pensiero era che l’arte, identificandosi materialmente, formalmente e carnalmente con la natura, non dovesse in alcun caso omettere le infinite possibilità d’invenzione della mente e della sensibilità dell’uomo.

In tutte le opere di questi artisti si manifesta una realtà estetica che consiste in 4 cose: la materia, l’idea, la struttura e lo stile; la materia assimilata dallo sguardo realistico portata sulla natura; l’idea completamente contenuta ed espressa dall’immaginazione dell’artista; la struttura e lo stile, interamente portati dall’esperienza, dal mestiere e dal lavoro. Gli artisti interpretano la natura con spontaneità e secondo il proprio sentimento personale, distaccandosi completamente da ciò che si conosce dei maestri antichi e dei pittori contemporanei.

Appare evidente che in un quadro di paesaggio, come del resto nella realtà, l’intervento dell’uomo: campi, sentieri, mulini, villaggi, ponti e pascoli affianco sempre i fiumi e le foreste, le paludi e le pianure incolte, le radure e le colline, i pittori contemporanei arricchiscono la loro descrizione paesaggistica di un discorso filosofico o morale latente, sviluppato proprio nella giustapposizione di questi differenti tipi di materia.

L’esposizione rimarrà aperta fino al 22 settembre dal lunedì al sabato dalle 16.30 alle 19.30

presso la galleria Web Art situata

in Barchessa Villa Quaglia,

viale XXIV Maggio 11 Treviso

a cura di Mara Campaner.

 

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