Che cos’è un’emozione?
Una modalità sensoriale rivolta verso l’interno che crea dunque un cambiamento dello stato fisico antecedentemente a essa. Le modificazioni somatiche che l’accompagnano sono l’aumento o la diminuzione della sudorazione, l’accelerazione del ritmo respiratorio, la variazione delle pulsazioni cardiache l’aumento oil rilassamento della tensione muscolare.
Gli stati emotivi di base ANSIA, PAURA, PIACERE ereditati dai vertebrati ancestrali sono sempre presenti nell’uomo ma sono emersi a livello della sua coscienza e vengono emulati dai centri associativi della neocorteccia.
Con l’evoluzione culturale umana siamo arrivati ad una sublimazione degli stati emotivi (as ed. il piacere è peccato) che ha portato a moduli collettivi di pensiero che modificano il comportamento emotivo di ogni singolo individuo.
L’interazione tra la memoria limbica e quella corticale dovuta al progressivo ampliamento delle aree associative della neocorteccia, ha consentito all’uomo di interpretare la paura e il piacere fino ai limiti del pensiero astratto ma anche di subire gli effetti negativi di una loro irrazionale interpretazione tanto che quando la mente perde l’equilibrio fra due emozioni contrapposte non è più capace di uscire da uno stato psicofisico in cui “l’anima si sente in trappola”
Ricercatori moderni hanno stabilito che alcune emozioni hanno espressioni universali, almeno nella mimica facciale:
Ma le nostre emozioni sono quelle che danno colore all’esistenza.
Le emozioni sono componenti fondamentali della nostra vita, danno colore e sapore all’esistenza, anche se, in una civiltà come quella occidentale impostata sul primato della ragione, spesso sono considerate con sospetto e timore. Del resto non potrebbe essere altrimenti: infatti se la ragione promette all’uomo il dominio su se stesso e le cose, le emozioni spesso producono turbamento e conflitto, non sono mai totalmente controllabili e a volte ci trascinano a dire o fare cose di cui, una volta cessato l’impeto emotivo, ci si pente. Eppure, sono le emozioni che ci fanno gustare la vita ed è proprio dalle emozioni, piccole o grandi che siano, che l’individuo spera di ricavare nuovi stimoli che muovano le sue giornate. Del resto come si potrebbe dire di vivere appieno se non si sperimentassero mai la gioia, il tremito dello smarrimento o della paura, l’impeto della passione, l’abbandono alla nostalgia, il peso e la disperazione provocate dalla sofferenza?
Tuttavia, seppur ogni singola emozione sia importante e permetta a chi la sperimenta di sentirsi vivo, l’uomo è soprattutto alla ricerca di quelle sensazioni ed emozioni che lo facciano star bene e lo appaghino, in una parola è alla ricerca di quello stato emotivo di benessere chiamato felicità . Quest’ultima è data da un senso di appagamento generale e la sua intensità varia a seconda del numero e della forza delle emozioni positive che un individuo sperimenta.
Questo stato di benessere, soprattutto nella sua forma più intensa – la gioia – non solo viene esperito dall’individuo, ma si accompagna da un punto di vista fisiologico, ad una attivazione generalizzata dell’organismo.
Molte ricerche mettono in luce come essere felici abbia notevoli ripercussioni positive sul comportamento, sui processi cognitivi, nonché sul benessere generale della persona. Ma chi sono le persone felici? Gli studi che hanno cercato di rispondere a questa domanda evidenziano come la felicità non dipenda tanto da variabili anagrafiche come l’età o il sesso, né in misura rilevante dalla bellezza, ricchezza, salute o cultura. Al contrario sembra che le caratteristiche maggiormente associate alla felicità siano quelle relative alla personalità quali ad esempio estroversione, fiducia in se stessi, sensazione di controllo sulla propria persona e il proprio futuro.
Cosa si intende per emozione? Quante sono? Ecco alcune note per aiutarvi a capire meglio il significato preciso delle emozioni….
A voi la definizione di emozione presente nel Dictionnaire di de Furetière (1690), uno dei primi dizionari della lingua francese:
“Emozione: movimento straordinario che agita il corpo e lo spirito, e che ne turba il temperamento o l’equilibrio. La febbre comincia e finisce con un piccolo turbamento del polso. Quando si compie uno sforzo violento, si prova emozione in tutto il corpo. Un amante prova emozione alla vista dell’amata, un codardo alla vista del proprio nemico.”
Al giorno d’oggi, forse, tale definizione fa sorridere ma il sorriso è presto destinato a trasformarsi in stupore quando, come evidenziano Christophe André e François Le lord nel testo “La forza delle emozioni” (2001), ci si rende conto che in essa sono presenti le caratteristiche essenziali in base alle quali la moderna scienza definisce un’emozione:
Un ulteriore riscontro a quanto esplicitato si trova nel pensiero di Goleman, il quale, nel libro “Intelligenza emotiva” (1995), afferma che l’emozione inerisce a sentimenti e pensieri, a condizioni psicologiche e biologiche che la caratterizzano, nonché ad una serie di propensioni ad agire.
L’intelligenza emotiva, che alcuni dividono in interpersonale ed intrapersonale, è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole. L’intelligenza emotiva permette di spiegare il successo di persone non dotate di spiccate capacità logico-matematiche, ma caratterizzate da forti potenzialità emotive e di trascinamento delle masse.
Daniel Goleman è sicuramente uno degli esperti più conosciuti per ciò che concerne questo tema, ed è stato proprio grazie alla sua opera divulgativa che questo campo ha cominciato a suscitare interesse in un vasto pubblico.
Lo studio delle emozioni ha affascinato e impegnato molti ricercatori ma ha anche prodotto divisioni, all’interno della comunità scientifica, tra chi ha ritenuto e ritiene possibile l’individuazione di “emozioni di base” e chi no.
L’argomento a favore dell’esistenza di un sistema di emozioni fondamentali si trova nel lavoro di Ekman e colleghi. Nel libro “Lezioni di Psicobiologia” (2001), Manuela Trapanotto riporta le modalità con cui gli studiosi arrivarono all’individuazione di sei emozioni primarie. Ekman e colleghi analizzarono le interpretazioni che diverse popolazioni conferivano a fotografie di volti rappresentanti differenti emozioni. Vennero riscontrate associazioni sistematiche tra espressioni facciali e corrispondenti emozioni. Le sei emozioni primarie individuate furono: gioia, sorpresa, paura, tristezza, rabbia e disgusto. Da sottolineare è il fatto che le espressioni facciali, per quattro delle sei emozioni (paura, rabbia, tristezza e gioia), furono riconosciute anche da popoli analfabeti che presumibilmente non erano influenzati dalla televisione.
Alcuni teorici hanno proposto una categorizzazione delle emozioni in otto famiglie emozionali:
Collera – furia, sdegno, risentimento, ira, esasperazione, indignazione, irritazione, acrimonia, animosità, fastidio, irritabilità, ostilità e, forse al grado estremo, odio e violenza patologici.
Tristezza – pena, dolore, mancanza d’ allegria, cupezza, malinconia, autocommiserazione, solitudine, abbattimento, disperazione e, in casi patologici, grave depressione.
Paura – ansia, timore, nervosismo, preoccupazione, apprensione, cautela, esitazione, tensione, spavento, terrore; come stato psico-patologico, fobia e panico.
Gioia – felicità, godimento, sollievo, contentezza, beatitudine, diletto, divertimento, fierezza, piacere sensuale, esaltazione, estasi, gratificazione, soddisfazione, euforia, capriccio e, al limite estremo, entusiasmo maniacale.
Amore – accettazione, benevolenza, fiducia, gentilezza, affinità, devozione, adorazione, infatuazione, agape.
Sorpresa – shock, stupore, meraviglia, trasecolamento.
Disgusto – disprezzo, sdegno, aborrimento, avversione, ripugnanza, schifo.
Vergogna – senso di colpa, imbarazzo, rammarico, rimorso, umiliazione, rimpianto, mortificazione, contrizione.” (Goleman, “Intelligenza emotiva”, 1995)
Goleman, nel testo sopra citato, evidenzia però che l’elenco di cui sopra non esaurisce l’intera gamma emozionale e non dà risposte, in termini di categorizzazione, ad emozioni quali: gelosia, speranza, perdono…
Io, Giulia Martino, dopo varie ricerche nel campo e dopo aver sperimentato e letto diversi trattati, con queste tele che ho dipinto ho dato una visione di 8 EMOZIONI dei giovani di oggi (youth eight emotion, quadro azzurro che segue) ma anche la visione delle otto emozioni primarie studiate dagli psicologi… I quadri che vedete sono solo alcuni di questo grandissimo studio.
I due quadri che rappresentano la nemesi tra le emozioni primarie e le emozioni giovani sono all’inzio pagina e alla fine.
C’è anche la rappresentazione degli alberi emozionati che non ho postato qui perché sarebbero state troppe immagini.
Vi sono anche gli studi sulla malinconia e speranza ad esempio o sulla rabbia ed entusiasmo.
Queste coppie sono nate per un mio pensiero di miglioramento sociale. Mi sono chiesta: cosa si potrebbe fare se un’emozione negativa fosse prevalente sui nostri pensieri? Come potremmo fare per allontanarla? Così ho ideato queste coppie incrociate di animali.
Ad esempio la rabbia e l’entusiasmo in disegno a china e pennino come progetto e olio su tela la riproduzione finale 150×100 cm
Se la rabbia si potesse trasformare in entusiasmo potremmo far esplodere il potenziale che è in noi. Ed è così che nella criniera del cavallo vi è la parola “entusiasmo” scritta in scrittura ONCIALE. Rabbia invece è il toro che tiene duro e scalcia. La parola “rabbia” è all’interno dei denti serrati.
In ogni mio quadro vi è anche il titolo del quadro per una sorta di gioco, per poter rapire lo sguardo dell’osservatore, spesso distratto dai colori e poco concentrato sui particolari.
Esistono altre tre diadi: Malinconia-Speranza,con identiche dimensioni 150×100
Diade: Gioia-Tristezza
Diade: Paura-Amore
Questo progetto ha anche coinvolto il Maestro Walter Gatti che ha scritto il pezzo “Youth Eight Emotion”
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